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Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, cosiddetto PNRR, rappresenta l'opportunità per accedere ai fondi di Next Generation EU (NGEU), lo strumento realizzato dall’Unione europea, dal valore di 750 miliardi di euro, per favorire la ripresa economica dopo la crisi determinata dalla pandemia.
In generale, il PNRR prevede una serie di investimenti e attività da implementare in vari settori al fine di far ripartire l’economia italiana, duramente provata dalla pandemia, e perseguire la più ampia strategia di ammodernamento del Paese per il periodo 2021-2026.
La dotazione complessiva è di oltre 235 miliardi: ai 191,50 del PNRR si aggiungono i 30,6 del Fondo nazionale complementare (FNC) e i 13 del Fondo ReactEU.
Il Piano si articola in sei Missioni, ovverosia sei aree tematiche prioritarie di intervento che comprendono:
Le suddette Missioni si articolano a loro volta in Componenti, aree di azione che affrontano sfide specifiche, composte da 197 misure, tra investimenti e riforme che condividono priorità trasversali relative alle pari opportunità generazionali, di genere e territoriali.
Le sei Missioni, declinate in 3 assi strategici condivisi a livello europeo sono così riassumibili:
a) digitalizzazione e innovazione, con il fine di rendere le imprese italiane molto più competitive sui mercati;
b) transizione ecologica, con il fine di migliorare la qualità di vita e la sicurezza ambientale;
c) inclusione sociale, con il fine di valorizzare i giovani e superando le discriminazioni sulle differenze territoriali (tipicamente nord/sud) e sulla parità di genere.
Per accedere ai suddetti fondi è necessaria la partecipazione a bandi o concorsi pubblici o a procedure di assegnazione. Sono anche disponibili concessioni e incentivi indirizzati direttamente a cittadini e imprese, in risposta ad avvisi pubblici o dietro presentazione di singole istanze.
I bandi PNRR sono aperti ad aziende, liberi professionisti ed enti della pubblica amministrazione, con lo scopo di snellire le procedure burocratiche e di favorire la digitalizzazione, lo sviluppo tecnologico, la sostenibilità e la ricerca.
Inoltre, il PNRR è accessibile anche ai privati cittadini con l’obiettivo principale di ridurre il divario sociale che le problematiche connesse alla pandemia hanno aggravato.
I diversi progetti da presentare devono, quindi, inserirsi all’interno di queste aree. Uno degli obiettivi primari è incrementare il livello di occupazione della popolazione, attesa la forte crisi del lavoro degli ultimi due anni dovuti alla pandemia.
La creazione di nuovi posti di lavoro viene inserita all'interno di un necessario processo di transizione verde, da attuare attraverso il ricorso a fonti rinnovabili e all'utilizzo di tecnologie più sostenibili, e di una digitalizzazione su larga scala, che permetta uno svecchiamento delle metodologie di lavoro e una maggiore efficienza, sia nel settore pubblico che in quello privato.
Il Ministero per l’Innovazione Tecnologica e Transizione Digitale ha creato infatti una piattaforma, PaDigitale2026.gov.it, per gestire l’accesso ai bandi del PNRR e per l’erogazione dei fondi del piano. Una sorta di porto sicuro per le pubbliche amministrazioni per capire dove e come trovare i bandi e dove e come richiedere i fondi per attuarli.
Per partecipare ai bandi sarà necessario registrarsi su IPA, il portale delle pubbliche amministrazioni, ed autenticarsi con SPID o con la carta di identità elettronica. Successivamente si potrà scegliere l’amministrazione di riferimento e completare la registrazione.
Nel caso di società, il legale rappresentante sarà l’unico a poter firmare la richiesta di finanziamento con firma digitale in formato cades p7m, ma potrà anche nominare collaboratori, i quali si dovranno autenticare con le proprie credenziali, per lavorare alla stessa richiesta.
Una volta creata la propria utenza si dovrà richiedere il Codice Unico di Progetto, cosiddetto CUP, una serie alfanumerica di 15 caratteri che serve ad identificare il progetto per cui si richiede il finanziamento.
Il CUP è lo strumento cardine per il funzionamento del Sistema di Monitoraggio degli Investimenti Pubblici (MIP), giacché è obbligatorio per tutte le iniziative realizzate utilizzando risorse provenienti da bilanci di enti pubblici o di società partecipate, direttamente o indirettamente.
Per richiedere il CUP bisogna accedere alla piattaforma CIPESS (Dipartimento per la programmazione ed il coordinamento della politica economica) e seguire la procedura guidata.
Il CUP viene rilasciato dopo aver fornito una serie di informazioni a corredo riguardanti il progetto in questione, quali natura e tipologia, settore d’intervento, copertura finanziaria etc.
All’interno del sistema CUP saranno create due banche dati, una relativa ai progetti e l’altra relativa ai soggetti che hanno presentato i progetti.
Pertanto, una volta presentato il progetto sul portale PaDigitale2026.gov.it, si dovrà essere in grado di recuperare il codice CUP, per verificare e monitorare in ogni momento lo stato di avanzamento.
Avv. Giuseppe Imbergamo - Studio legale Piselli&Partners
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